Con la mia squadra NPL (Nuova Podistica Latina), nonché la mia seconda famiglia acquisita, abbiamo rispettato le regole per circa due mesi con il fermo di ogni attività sportiva, allenamenti e gare, causa CVD-19 e probabilmente per quest’anno 2020 la ripresa del calendario delle gare podistiche è ancora molto lontana. Un periodo questo che ha segnato la storia del nostro paese e del mondo intero. Non è semplice ripartire, ma la forza di volontà e l’ottimismo non mancano!

Il runner tanto apostrofato, vittima di un sistema debole e impreparato, non lo fermi!

Il mio motto di vita? Star bene correndo! Non importa la distanza o la velocità, importa come ci si sente dopo, nel rispetto di se stessi.

Tra le tante gare sportive annullate, così anche la 48a edizione della 100 KM del Passatore, una competizione podistica di ultramaratona dal 1973 con partenza da Firenze e arrivo a Faenza in un tempo massimo di 20 ore, ricca di storia e folclore romagnolo, con premi speciali ogni cinque edizioni portate a termine.

Ecco che arriva l’opportunità di percorrere i fatidici 100 km del Passatore con il gruppo 100 km di Passione da casa, gruppo molto animato e amato, che ha fatto un gran bel lavoro con un successo inaspettato.

Pensando con grande dispiacere alla drammaticità degli eventi negativi CVD-19, a quanti non ci sono più, a tutte le famiglie private improvvisamente dagli affetti più cari, ti rendi conto di quanto sei stata fortunata! La voglia di vivere, il grande affetto per la propria famiglia e l’amore per la sorella corsa, mi permettono di affrontare la 100 da casa!

Ho già quattro edizioni alle spalle (2016-2017-2018-2019) e anche se questa del 2020 non sarà una gara omologata, ho comunque la possibilità di utilizzare il pettorale già assegnato in fase di prenotazione e avere la prosecuzione delle MIE cinque edizioni del Passatore!

Così decido di correre rispettando il percorso autorizzato per me nel periodo di quarantena. Il mio percorso residenziale: un giro equivale quasi a 700 metri, 8 giri sono poco più di 5 km, pausa ristoro ogni 5 km come in gara,…quindi, mi dico, 160 giri e la 100 è fatta!

Ma non ho il chip, non ho il grande display con il cronometro, io che corro a sensazione senza sofisticazione alcuna, insomma…mi devo inventare qualcosa per gestire i giri e i ristori, perché sono utili ma non sono sufficienti gli orologi sportivi con GPS …e allora riempio una bustina di plastica con 160 tubetti di pasta e suddivido i 5 km in lotti di giri 3+3+2 e a ogni lotto al passaggio da casa getto a terra i tubetti di pasta corrispondenti, terminati i lotti arriva il ristoro dei 5 km e così via, un po’ come il filo di Arianna.

Partita alle 23.00 del 23/05/2020 e arrivata alle 15.10 del 24/05/2020 con 100,77 km in 16.10h non ho mai mollato. Il mio percorso, le mie strade tanto vissute da piccola con i miei cugini giocando e andando in bicicletta, la mia vita, la mia storia! Rispetto i ristori ogni 5 km, preparati così come richiede una signora gara, seguo i cambi di abbigliamento e di calzature secondo la temperatura e l’orario notturno e diurno. Arrivo al km 80 senza accorgermene, come il vero Passatore, mi inizio a svegliare da quel viaggio, arriva la fatica degli ultimi 20 km sotto un sole cocente, ma la voglia di chiudere è più forte e non mollo! Scandire sempre i momenti difficili da quelli meno faticosi e applicare ai primi una giusta metafora e per questi miei ultimi 20 km non potevo non applicare la parabola della “rana sorda” riuscendo così a tagliare un traguardo felice, spensierato, colorato, emozionante!

Mi preoccupo subito di inviare il tracciato del percorso con tempi e km al gruppo per questa gara virtuale, in circa 2.000 iscritti in tutta Italia e non solo, ognuno con il proprio percorso ma tutti con gli stessi numeri e replicare “Io c’ero” al Passatore 2020!

Grazie al mio compagno di squadra e di vita, unico e speciale, Elio Pulciani per aver organizzato nei dettagli la partenza e l’arrivo;

grazie al sostegno, con grande spirito sportivo, nella parte finale ai due compagni di corsa nonché componenti del Direttivo dell’organizzazione sociale della NPL Andrea Balzini e Clotilde Sofra;

grazie ad un altro compagno di squadra e componente della NPL per il servizio stampa dell’ultimo minuto efficientissimo Emanuele Molena;

grazie ai miei genitori che hanno vegliato su di me tutta la notte, dietro una finestra al buio per non farsi vedere, perché non volevo che si stancassero Antonio Vigliante e Pina Canelli sorprendendomi alle 3.30 di notte con un ottimo caffè caldo;

grazie ai miei cugini, ai figli dei miei cugini e ai miei zii che mi hanno sempre supportato e

e a tutto il vicinato di casa con tanto di applauso finale dai balconi e brindisi festeggiando anche l’arrivo in famiglia della piccola Flaminia Gabriella, la figlia dei miei cugini….non ci siamo fatti mancare nulla!

La mia quinta 100 km portata a termine grazie anche alla solidarietà del mio compagno di squadra Paolo Reali il cui animo da ultramaratoneta, ha motivato fortemente, questa mia partecipazione alla 100 KM edizione 2020, confrontandoci e consigliandoci, ...anche lui ha portato a termine la grande impresa ma su un percorso diverso, sempre in solitaria, ma lo spirito della 100 ci ha tenuti uniti a distanza!

E’ stato importante partecipare, vivere il viaggio che è nella corsa e con la corsa. Credere nel futuro, nella ripresa, nulla è semplice ma tutto è possibile. Tutti abbiamo subito in questo momento storico, ma già dopo il traguardo della mia quarta edizione del Passatore, nel 2019, raccontavo: Anche quest’anno sono riuscita a portare a termine la mia 4a 100 km; il mio obiettivo è sempre stato “partire-arrivare” affiancandomi al Passatore sempre con grande umiltà, rispettando me stessa durante il viaggio senza grandi pretese, perché è pur vero che diversamente il Passatore non perdona....è un po’ come il mare che va rispettato e temuto! Per come nasco io per la corsa, tagliare il traguardo della 100 e per quello che vedo durante il viaggio, si consolida in me, sempre più, la consapevolezza che sono davvero FORTE. E già, la vita presenta il conto un po’ a tutti, gioie e dolori, non possiamo scegliere, ma essere FORTI si e aiuta ad accompagnare quello che è il percorso della vita con tutte le sue insidie! Si può scegliere, scegliere di essere FORTI, per una buona ripresa!

 Maria Martina Vigliante 

 

 

 La 100 km del Passatore a casa nostra fra le bellezze pontine 

Come stiamo vivendo questo periodo di stop forzato dalla gare: come trascorriamo quei week end che fino a pochi mesi fa erano dedicati alle maratone, alle ultramaratone e ultratrail in compagnia dei nostri compagni di ‘’ gioco’’. I sentimenti che ci accomunano sono amarezza e delusione per aver visto svanire obiettivi importanti, tanto sudati e desiderati, ma anche tanto ottimismo e speranza di ricominciare.

Alla luce di questiconvinzioni sono state escogitate le 11 maratone virtuali in tempi di Coronavirus e tra queste non poteva mancare la Firenze-Faenza, meglio notacome il Passatore; la gara regina tra le 100 km in Italia originariamente in programma il 23 e 24 maggio 2020 e annullata lo scorso mese a causa dello scoppio della pandemia. Lassociazione 100 km del Passatore che ha promosso liniziativa sul gruppo facebook 100 Km di Passione, nel rispetto delle norme e dei decreti nazionali e regionali vigenti stabiliva che la100 km di casa” potesse essere corsa dalle ore 1.00 del 23 maggio alle ore 22 del 24 maggio 2020 secondo tre opzioni: 100 km in unica sessione con tempo massimo di 20 ore; 100 km in sessioni multiple, fino al massimo di quattro, da svolgere entro 20 ore; 100 km in versione staffetta con massimo quattro atleti per squadra con un tempo massimo complessivo di 20 ore.

Quando si pensa allultramaratona, si pensa a questa gara, questo cammino estenuante lungo lAppennino che da Firenze porta a Faenza. Solamente chi l’ha vissuta arrivando al traguardo, a volte in lacrime può descrivere la gioia che si prova; si tratta di un viaggio con se stessi e come ogni ‘’ impresa’’ necessita di un pizzico di follia. E non significa correre al limite. Da persona normale prima della partenza, ci si trasforma in una persona migliore all’arrivo; è una grande occasione per dimostrare a se stessi che si possono fare grandi cose in quei momenti; rialzarsi miracolosamente ogni volta che si ‘’cade‘’. E come tutte le grandi corse essa diventa una metafora della vita, un intera esistenza raccolta nell’arco della durata di questo viaggio interiore; un viaggio che ognuno fa dentro e con se stesso e che sole le lunghe distanze permettono di realizzare. Momenti di buio e di sconforto si alternano a momenti di euforia determinata, anche dall’incontro di sempre nuovi amici lungo la strada compagnia, che permette di superare i tanti timori e situazioni insite in un percorso di tal fatta.

Sarebbe stata per me l’ottava partecipazione aquest’appuntamento quasi dobbligo.

Approfitto sin da subito dell’opportunità offertami dagli organizzatori per prenotare un pettorale e cominciare a testare il percorso in bicicletta la mattina molto presto pur sapendo, che a piedi sarà tutta un’altra cosa. Il mio itinerario non prevede salite e non ho nessuna intenzione di simulare l’altimetria della 100 Km, Dio me ne guardi, sarà già troppo raggiungere quella distanza in piena autonomia, con uno zaino di 3,4 kg pieno zeppo di rifornimenti vari sia in termini di vestiario che di alimentazione e con una preparazione abbastanza precaria!

Ma a me piacciono le sfide e concio di ciò che mi aspetta comincio ad assaporare quel ‘’ viaggio’’ che dall’eccitazione ed apprensione della partenza, da quell’energia propria dei primi chilometri, ti porta poi allo sconforto e ai “deliri” degli ultimi, all’emozione dell’arrivo e a quel torpore fatto di soddisfazione e fatica

Sono le mie strade di allenamento, quegli scorci unici che il nostro territorio pontino può offrirci ammirati, ora con occhi diversi, con il volto della sofferenza, che mi accompagneranno lungo il cammino. Avevo stabilito la partenza per l’una di sabato, ma vuoi per pigrizia vuoi per un leggero timore nel percorrere alcune strade di notte, mi sveglio alle 3,15 e alle 4,48 sono sull’uscio di casa; questa volta non ci sono quelle ali di folla di via dei Calzaiuoli, la salita di Fiesole ad attendermi , ma solo il mio cane Sky che mi guarda stralunato e poi via verso il mare. Lungo la ciclabile giustamente non c’è nessuno, lungo la strada un auto dei carabinieri è di ronda, chissà cosa avranno pensato nel vedermi a quell’ora così bardato e così sotto la luce dei lampioni raggiungo la marina.

L’obbiettivo ora è la foce di Torre Paola posta ai piedi della montagna di Circela strada ditta non aiuta di certo, ma è sufficiente alzare lo sguardo e osservare il cielo stellato, il mare alla mia destra ed assaporare il suo odore per commuoversi e sentire tutta la nostra piccolezza.

Albeggia ormai, la temperatura si abbassa come sempre succede a quell’ora, il ritmo e di 6,20 - 6,30 minuti a chilometro,le sensazioni sono abbastanza buone e ritengo che per ora possa bastare considerando il mio stato di forma.

Un sole caldo mi coglie all’altezza di Rio Martino, sono al 11 esimo km ed è trascorsa da qualche minuto la prima ora, poi il passaggio sulla strada interrotta, una via non più transitabile se non a piedi o in bicicletta perché franata in molti punti; comincia il calvario, il percorso della lunghezza di non più di 2,5 km è completamente invaso dalla sabbia portata dal vento che rallenta di molto il ritmo e fiacca le gambe.

A Sabaudia trovo il tempo per il classico selfie sul ponte con lo sfondo del Circeo, e per una sosta al bar di un amico per un caffè e per approfittare della fontanella in piazza per rinfrescarmi.

Il mio viaggio prosegue alla volta di Torre Paola e la Cona di San Felice Circeo barcamenandomi tra i villeggianti che hanno approfittato della giornata di sole.

Raggiungo Molella, dopo aver transitato per Torre Olevola e decido di fare una sosta al baretto, per un agognata birra fresca e con l’occasione scambio qualche parola con classici bevitori e giocatori di carte.

Il mio obbiettivo ora è il Parco del Circeo ove trovare un po di fresco e poi di nuovo Sabaudia per un successivo caffè e rifornimento di acqua alla fontanella.

Ogni tanto anche per distrarmi prendo in mano il cellulare per collegarmi alternativamente alla chat della squadra e quella di alcuni amici romani.

Ma ecco che arriva il messaggio di Martina la quale, correrà il suo Passatore facendo svariati giri intorno casa che, e non sapendo fossi già partito mi invita a correre con lei per qualche tratto. Non posso che dir di no, non vedo l’ora di arrivare a casa. Il sole ancora alto non da tregua e dopo aver sbagliato strada, mi ritrovo sulla via Litoranea proprio all’altezza del cartello ‘’strada ad alta pericolosità’’ ed al cippo del cosiddetto play boy di Latina schiantatosi lungo il ciglio nel 1971.

Decido di allungarmi all’interno di Cerasella sempre per godere della frescura e di nuovo mi viene offerta l’opportunità di abbeverarmi alla fontanella godere della splendida flora e fauna locale.

Ormai sto raschiando il fondo del barile e al solo pensiero della distanza ancora da percorrere mi viene la nausea; alterno la corsa blanda alla camminata da svariato tempo ormai, i piedi sono doloranti ma sono determinato e affronto l’ultimo terzo del percorso. Da via Sacramento svolto per Via Diversivo Norchia per affiancare il lago di Caprolace, via della Liberazione e borgo Grappa dove approfitto nuovamente per una birra rinfrescante al bar. Il tramonto dietro i pini che affiancano la strada per Rio Martino tinge il cielo di un rosa arancione ormai, il sole è sotto la linea dell’orizzonte. Sulla spiaggia noto le luci dei pescatori e comincio ad annusare aria di casa. Manca poco e quel torpore misto a stanchezza e soddisfazione prende il sopravvento.

Ancora una volta torna a chiedermi se ne è valsa la pena, la mia risposta non tarda a venire.

Anche questa volta si è trattato di un esperienza che ha lasciato il segno;si è trattato ancora una volta di un viaggio interiore fatto dentro me stesso e che sole le lunghe distanze permettono di realizzare.Ciò che è rimasto é come sempre un bagaglio umano di notevole spessore, mi sono messo in gioco ancora una volta per testare la me stesso, la mia resistenza fisica, la capacità di sostenere certi ritmi, superarli in questo periodo critico, ascoltarmi interiormente, tornare a provare le emozioni e le fatiche di tali tragitti. Sono appagato perché mi sento bene nell’animo più che nel fisico, grazie a quest’evento ho avuto modo di ammirare panorami unici del nostro territorio che mi danno la forza per ripetere nuove imprese. Altri giorni ancora passeranno per ripensare malinconico e orgoglioso alla gara conclusa e cercare nuove sfide in me stesso, cosciente di essere ancora più forte e consapevole nellanimo. Con la mente perfettamente sgombra di ogni preoccupazione, ritengo di aver trascorso una giornata perfetta, soddisfatto per il mio piccolo grande risultato.

28 maggio 2020

Paolo Reali