La Vetralla mare è una maratona che ha il colore dell'oro
Sono solita correre guardando e controllando molto attentamente i miei passi: sono maldestra ed un capitombolo quando subentrano stanchezza e chilometri è probabile...quindi meglio stare attenti. Per questo motivo spesso non riesco ad ammirare con attenzione i paesaggi che attraverso nelle gare più lunghe, eppure se penso alla Vetralla - mare mi vengono in mente tantissime "fotografie" che ho scattato nella mia mente ed un paesaggio intorno del colore dell'oro. In tutto il mio percorso l'ho avuto sempre nel mio campo visivo , che illuminava la campagna che abbiamo attraversato da Vetralla fino a Tarquinia lido, e colline e declivi dorati che hanno accompagnato i nostri passi...poi la sabbia e le spiagge che tinteggiavano il quadretto del lungo mare scorto non appena ci siamo affacciati a pochi chilometri dall'arrivo. Questa maratona non è come le altre: l'ho sentito dire molte volte ed ora posso testimoniarlo perché nell'edizione 2017 c'ero anche io. Ha il calore di una festa tra amici. Si ripercorrono i passi del signor Panella col suo carretto, attraverso un percorso dolcemente collinare, dalla campagna fino al mare. Ci si sveglia presto, alle 5.00 del mattino per poter partire alle 6.00 e sfidare il caldo di agosto il più tardi possibile. Ma non è una sveglia come le altre: ha il sapore familiare e l'odore del caffè appena fatto, a casa Di Gregorio e Panella che sono soliti ospitare molti dei partecipanti alla gara. Si parte dalla linea di partenza più buffa del mondo: una semplice linea bianca disegnata a terra col gesso, sotto un folkloristico stendardo che sventola fiero, proprio sopra i partecipanti con su scritto data ed edizione. Ho partecipato alla ventesima edizione e, dentro di me, mi sembrava così poetico che quel gesto, quella partenza sia diventata ormai un rito arrivato alla ventesima edizione. Pensavo tra me e me: chissà quanto sarebbe orgoglioso e fiero il signor Panella al pensiero di vedere onorata con tanta puntualità la sua memoria! Ma torniamo alla partenza...col freschetto delle 6.00 del mattino e la Signora Panella, unica erede presente della tradizione, pronta, accanto a noi a dare il via. Ci si avvia lungo un percorso in fila indiana, ciascuno secondo il proprio passo, senza chip, senza fretta, col proprio pettorale in direzione del 5° chilometro. Si parla, si ride, i maratoneti storici raccontano aneddoti delle passate edizioni, qualche siparietto, qualche errore nel seguire la strada e qualcuno che è stato ripescato al volo quando ha sbagliato a girare a qualche bivio. La strada corre veloce sotto i piedi, non ci si accorge di percorrere chilometri. Si è sempre in compagnia, non si corre mai soli. Mi sono ritrovata al 20° chilometro senza accorgermene. Non è da me, visto che controllo sempre molto attentamente i chilometri percorsi, per farmi un'idea e per capire a che punto sono della mia fatica. Questa volta non ci ho pensato mai. Il 21° chilometro arriva come una bella sorpresa in cima a Monte Romano, dove ci aspetta un bel bar e una favolosa sosta caffè. Si riparte ristorati e divertiti alla volta degli altri 21 km che ci separano dall'arrivo. Il percorso è impegnativo perché è un continuo saliscendi ma è una strada che si fa volentieri, sempre in compagnia e con la sorpresa degli "angeli della panda" che ad ogni 5 km ci aspettano dietro una curva, all'ombra, in cima a qualche salita o alla fine di qualche discesa. E sono come delle apparizioni, specie quando caldo e chilometri iniziano ad intaccare la nostra determinazione!!! E allora come nel più divertente dei quadretti vedi le inossidabili pandine del presidente Di Gregorio con i bagagliai aperti, le solerti Mirian e Roberta che ti offrono ogni tipo di rifornimento: frutta, uvetta, crostate, bibite, acqua, coca cola...sorridenti ed incoraggianti. Inizi così a cercare di scorgere il prima possibile le "benedette pandine" e gli "angeli" che le guidano per ristorarti, con una gentilezza e accortezza senza pari. Ogni volta una breve sosta, sempre in compagnia di tutti. La bellezza di questa gara sta nel fatto che è un viaggio di gruppo; il primo che arriva al ristoro aspetta tutti gli altri e poi si riparte tutti insieme. Quando ho letto il regolamento, mi è sembrata un po' incomprensibile questa attesa e mi chiedevo quale fosse il senso, che fosse svantaggioso (ai fini della performance) per chi è più veloce e arriva primo. Poi ho trovato tutte le risposte. Le risposte sono nel viaggio e non nel traguardo. Il traguardo lo trovi, e comunque lo devi conquistare perché arriva dopo un'ennesima partenza e dopo 42km...una volata finale che ha il sapore dell'adolescenza (credo di aver pure ridacchiato divertita mentre correvo e cercavo di tagliare il traguardo al meglio che potevo). Infine non può mancare il bagno al mare tra gli sguardi attoniti dei bagnanti che, giustamente, si interrogano sui matti che hanno appena visto ingaggiare una volata su lungomare con un vistoso pettorale rosso e abbigliamento da runners... è una gara da provare, non solo perché è un ottimo allenamento per il corpo, correre fa bene, ma soprattutto perché è ristoratrice dell'anima.
con immenso piacere, Cristina Belmonte (partecipante alla ventesima edizione)