LA MARATOMBOLA; UNA FESTA NON SOLO DI SPORT.

Avete presente quelle idee un po’ folli, che nascono così per gioco, quando provi ad unire una passione a una necessità, ne parli con un amico, e nel 99% dei casi ti senti rispondere “ma tu sei matto”?
Fortunatamente nell’1% dei casi trovi l’amico che inaspettatamente, invece di cercare di farti demordere, alimenta la tua folle idea.
E così Mauro Firmani, energico e volenteroso organizzatore, 4 anni fa partendo dal desiderio di fare una tombolata con una novantina di amici, tanti quanti i numeri, ne ha parlato con Gianluca Adornetto e gli altri amici della Marathon Truppen, un gruppo di amici/maratoneti che spesso troviamo come pacer nelle più importanti competizioni, ed è nata la Maratombola!
All’inizio sarebbe dovuta essere una corsetta informale nella pineta di Ostia, tra 90 amici, con tanto di estrazione dei numeri della tombola tutti, abbinati al proprio numero di pettorale. Oggigiorno solo chi vi ha partecipato il 30 dicembre è in grado di dire ciò che è diventata la sua creatura.
Una maratona su asfalto e sterrato, completamente chiusa al traffico all’interno della Pineta di Castel Fusano, cronometraggio TDS, rifornimenti ogni 5,3 km con ogni ben di Dio :sali, acqua, coca cola, the caldo, birra, uvetta, marmellate, pizza, prosciutto, frutta, maglia tecnica, medaglia (oserei dire una delle più belle mai vinte!) e dulcis in fundo tombolata finale con possibilità tramite, la cartella inserita nel proprio pacco gara, di vincere il pettorale di una manifestazione del 2018. I 160 partecipanti, hanno potuto degustare un finale a base di pizza, salame e mortadella, pandoro e spumante!
In tutto questo, son avanzati pure un bel po’ di soldini per fare un po’ di beneficienza. E scusate se è poco.
I podisti provenivano un pò da tutte le regioni del nostro variegato Paese, alcuni di questi giunti lì grazie al passaggio di Armando Quadrani dalla fermata del treno Lido e tutti hanno potuto ritirare la maglietta con il loro pettorale, vestirsi con indumento da gara sotto il gazebo allestito della società Trail dei due Laghi.
E così giungevano le ore 9, orario di partenza: veniva cantata rigorosamente in lingua madre, anche se nel testo fornitoci dal Firmiani era riportata anche la traduzione in taliano, ’’You’ll Never Walk Alone” divenuto popolare come l’inno ufficiale della squadra di calcio inglese del Liverpool:

When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark
At the end of the storm
Is a golden sky
And the sweet silver song of a lark
Walk on through the wind
Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown
Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone
You’ll never walk alone
Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone
You’ll never walk alone
Quando cammini nel
bel mezzo di una tempesta
tieni bene la testa in alto
e non aver paura del buio
alla fine della tempesta,c’è un cielo d’oro
e la dolce canzone d’argento
cantata dall’allodola
cammina nel vento
cammina nella pioggia
anche se i tuoi sogni
saranno sconvolti e scrollati
va avanti, va avanti
con la speranza nel tuo cuore
e non camminerai mai da sola
non camminerai mai da sola
va avanti, va avanti
con la speranza nel tuo cuore
e non camminerai mai da sola
non camminerai mai da sola
e con queste parole nella mente si partiva. I partecipanti, a ogni transito sulla linea di partenza e arrivo, potevano verificare il proprio parziale cronometrico nonché beneficiare dell’incitamento dei lì presenti. Il percorso si è rilevato impegnativo dal punto di vista muscolare, in quanto percorso misto; in più si sono aggiunte le insidie delle radici affioranti dei pini, anche se ben segnalate e l’assenza di compattezza del terreno causa le precipitazioni dei giorni precedenti.
Commovente poi Mauro nella lettera di ringraziamento a quanti hanno contribuito all’esito felice della manifestazione.
Ora riflettendo sulla gara e constatando lo spirito solidale che ha animato i presenti, non si può non ribadire come la corsa in generale e la maratona in particolare siano discipline benefiche per l’essere umano, che è “corpo animato”.
L’anno podistico si è chiuso in bellezza, senza velleità di tempo, ma con una bellissima lezione; se alla base c’è una sana voglia di divertirsi e fare sport senza secondi fini, anche i progetti più impensabili si realizzano e a maggior ragione una maratona come questa che si prefigge un fine nobile e sociale è da ritenere un valore aggiunto.
La fatica? La stanchezza? Chi l’ha vista? Non esiste! Ha solo una genesi mentale: passa non pensandoci. Può darsi che la si senta in gara, ma tagliato il traguardo svanisce come d’incanto, essendo tanta la felicità. Non è la felicità lo scopo della vita?

PAOLO REALI 

Video della MaraTombola

 

 

 

 

 

MARATONA DELLE CATTEDRALI; TRA BORGHI ANTICHI , PORTI E TANTO MARE


Son tre anni ormai che alle quattro cattedrali della 1^ edizione del 2014 delle omonima maratona se ne è aggiunta un’altra , la Cattedrale di S. Maria Maggiore di Barletta che ha assunto il titolo di Città della Disfida a ricordo della storica sfida del 13 febbraio 1503.
Dal piazzale prospicente l’edificio religioso di stile in parte romanico (la facciata) e in parte gotico ( la parte posteriore) e precisamente, in via Mura San Cataldo, è stato dato il via in una ventosa mattina del 17 dicembre 2017 alla moderna disfida.
A completare la scenografia della partenza il castello svevo, che, eretto dai Normanni nella seconda metà del XII secolo, incluso da Federico II tra i castelli del Giustizierato della Terra di Bari, fa parte integrante della storia della città., e tanto mare.
Da nord a sud, attraversando borghi antichi, costeggiando porti e il mare per arrivare verso la seconda perla, la Basilica Cattedrale di Trani, inserita nella lista delle "meraviglie italiane”.
Essa, edificata in stile romanico pugliese nell’anno del Signore 1097 sulla base della più antica S. Maria della Scala è strettamente legata alle vicende di San Nicola Pellegrino.
Adiacente al mare, sembra un gigantesco veliero in procinto di salpare, con il suo solido campanile che assume le sembianze dell’ albero maestro e, con l’ampia facciata che sembra la vela esposta ai venti. Le sue imponenti absidi facevano certamente da richiamo ai navigli che numerosi solcavano l’Adriatico per la presenza di un porto sicuro dove approdare in caso di tempesta. Completa l’opera, il Castello federiciano del 1233, accarezzato, dalle onde del mare. Un bagno nel romanico pugliese, dalle caratteristiche tutte proprie, di altissimo livello artistico. Monumentali costruzioni sorte nel XI secolo, espressione compiuta di una intensa vitalità architettonica e scultorea. Quando i Bizantini persero la Puglia ad opera dei Normanni, dovettero ammettere amaramente: “Abbiamo perso la migliore regione dell’impero”. Cattedrali non di mattone come altrove, ma di pietra che, al sole sempre presente da queste parti, rifulgono di sfumature color rosa e dorato.
Quello che appare non è tutto. Altre due, tre chiese si nascondono sotto le loro fondamenta. A Trani, sotto il transetto sorge una fitta foresta di colonne che forma la Cripta di San Nicola; sotto il corpo della chiesa superiore si distendono le tre navate di Santa Maria e, ancor più giù, il preromanico Ipogeo di San Leucio.
Anche negli interni prevale la nuda pietra, essendo stati rimossi stucchi, marmi e altre sovrastrutture accumulatesi nei secoli, per riportarli all’antico splendore.
Trani, che mostra la bianca penisoletta di Colonna, i palazzi nobiliari, il pittoresco borgo marinaro aggrappato sul porto ove ondeggiano le modeste imbarcazioni dei pescatori e si pavoneggiano come prime donne gli yacht è stata attraversata in lungo e in largo.
Forte è la tentazione di abbandonare la maratona e fare un tuffo.
Città di mare a tutti gli effetti, con nulla da invidiare ad altre più conosciute al grande pubblico. Non una singola, isolata realtà marinara, ma una serie continua di porti, un tempo battuti da velieri ragusani, amalfitani, veneziani, greci, slavi e dalmati. Nel 1063, a Trani furono emanati gli Ordinamenta Maris, gli Statuti Marittimi, il più antico codice di mare del medioevo.
Il nome di Nicola Pisano, uno dei più grandi scultori romanici, mi rimanda alla Maratona di Pisa, disputata in contemporanea. “Pisano” glielo hanno appioppato gli altri, firmandosi egli “Nicola de Apulia”. Le due maratone hanno un marchio comune: il romanico e il mare.
E’ stata poi la volta della costa di Bisceglie. Il mare immenso, le costruzioni rigorosamente in pietra, la cattedrale e il campanile svettanti sulle case della città.
Ed ecco la Cattedrale di S. Pietro Apostolo, fondata nel 1073 in stile romanico dal normanno Pietro II Conte di Trani, ed ultimata nel 1295. Nascosta da un soffocante stile barocco nel fine 700, con l'ultimo restauro è stata riportata all'antico splendore
La quarta tappa si è conclusa sotto la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Molfetta, oggi Duomo di San Corrado, ex cattedrale della diocesi di Molfetta fino al 1785, costruita tra il 1150 e la fine del 1200. Esso volge la facciata verso il porto, quasi a volerlo proteggere e senza dubbio è il più originale romanico della Regione, una montagna di pietra a forma piramidale e due campanili ai lati dell’abside.
Dopo un tratto rettilineo della SS 16, tra uliveti, vigneti, frutteti, muretti a secco e case sparse, si è giunti a l’ultima tappa Giovinazzo, 20.000 abitanti. La sua Cattedrale romanica di Santa Maria Assunta fu edificata sul più antico edificio di S. Maria di Episcopio tra il 1125 ed il 1180, e consacrata solo un secolo più tardi.
Giunti nella spaziosa Piazza Vittorio Emanuele II, dove è situato l’arrivo. non può che essere data una rapida occhiata
all’arco di Traiano, al porticciolo, alle contorte vie del centro storico e alla cattedrale
Tutto sommato si è trattato di una buona maratona anche se bisogna ammettere che per molti atleti è mancata la navetta che li riportasse da Giovinazzo cento , luogo dell’arrivo, alla stazione Fs per tornare a Barletta, luogo della partenza.

PAOLO REALI 
 

Video Maratona delle Cattedrali