Una sei ore, non è uno scherzo, a guardarla da fuori mette proprio paura, ti mette a disagio. 


Il pensare di correre continuamente per tutto il tempo su un circuito ti uccide!

 

Un senso di terrore mi ha preso quando, nel mettere la mano fuori dal finestrino del mitico pandino del presidente, ho sentito che l'aria era bollente. Lo start della gara alle 16:00 e la fine alle 22:00 del 25 luglio a Barletta e io sudavo a star ferma.

Una volta arrivati la tensione aumenta, cerco di mascherare la mia paura ( paura vera! ), vado in bagno tre volte in mezz'ora, mangio una banana piena di dubbi ( chissà se faccio bene! e se mi viene mal di pancia!? devo cercare i bagni lungo il circuito SUBITO!), mi cambio, faccio molta attenzione a calzini e scarpe, mi bagno la testa, delle persone mi danno dei consigli quando scoprono che è la mia prima 6 ore, ringrazio e sono allo start.

 

Partenza dall’ingresso del Castello Svevo e anello di circa 1520 metri, da ripetere più volte possibile secondo le proprie possibilità chiaramente entro le sei ore, tempo massimo a disposizione: percorrendolo 28 volte ( grazie Cristian per aver fatto i conti per me! ) si giunge a qualcosa più della canonica distanza della maratona, il mio obiettivo del giorno!

Naturalmente si parte con estrema calma tenendo conto che lo si dovrà fare per sei ore!

Già al secondo giro si sono formati gruppi di non più di 5/6 runners. A parte i primi, che si sono volatilizzati già da subito. Corro i primi giri guardando tutto quello che mi è attorno, si passa dal mare, si gira attorno al castello e si percorre un pezzetto della Barletta antica... SPETTACOLO!

Iniziano i primi doppiaggi, mi doppiano e io doppio! Mi colpisce l’incedere di un atleta dai capelli lunghi, fisico muscoloso e potente che nella mia mente definisco “il Gladiatore”: sarà lui a vincere. Non ha mai alzato la testa, correva deciso senza perdere il passo, mai!

Facce che alla fine conoscevo a memoria, facce che dopo 4 ore di corsa quando mi incontrano fanno il tifo per me e mi dicono che stò andando bene, di non mollare, facce che corrono con me e facce, che pur non correndo faticano quanto me, mi passano bicchieri pieni d'acqua e sali, tagliano angurie e pesche, parlano al microfono per farmi capire che il tempo passa, bambini che per un pò corrono con me e poi sgridati dalle mamme tornano indietro (Ringrazio il bambino biondo che ha corso al mio fianco il 49° km, il km più veloce della gara!).

Continuo a correre, bevo tanto, mangio frutta e sento dalla voce del microfono " Adele con questo giro concludi la distanza della maratona!" penso che da adesso in poi sono tutti km in più, km mai percorsi. Faccio un rapido check-up e capisco di stare bene. Ormai la temperatura è scesa, non fà più cosi caldo e il pensiero dei 50 km inizia a farsi sempre più reale, faccio due conti e capisco di poterlo fare e stranamente accellero!!!

I giri continuano, il Gladiatore continua a correre, il tifo è aumentato, ormai manca pochissimo, mi danno un foglio adesivo con il mio numero di pettorale 141 da attaccare a terra allo scadere del tempo ... ho corso per 5 ore e 41 minuti, un dolore incredibile e improvviso al piede, vescica esplosa, mi dico " e sti c**** ... corri, ormai i 50 km li devi superare!" zoppico un pochino ma poi il dolore passa ...

Primo colpo di cannone, il rumore indica che mancano solo 5 minuti alla fine, al prossimo sparo devo fermarmi e attaccare il foglio a terra! Ultimi metri e poi booooooom! Fine! Attacco il numero e mi sdraio accanto a lui. (a parte la scena romantica di me sdraiata vicino al mio numero di pettorale sotto un cielo stellato, vicino ad un castello questo è stato un gravissimo errore da non ripetere ... alzarsi è stato dolorosissimo!! ). Prendo la mia medaglia, sono prima di categoria! Chiamo Cristian, solo due parole, ma lui capisce quanto sono felice, mi fà i complimenti e mi dice che lo sapeva ero io a non sapere di poterlo fare!.

 

Ho corso 50 km e 827 metri, il mio Polar ne segna 52, ho percorso quel circuito 33 volte. Ho ringraziato le persone al ristoro 33 volte, ho sorriso allo speaker 30 volte ( gli ultimi km non ci sono riuscita! ), ho sentito suonare il mio chip 33 volte ... Ma mai, nemmeno una volta, ho pensato di aver sbagliato ad essere li'!

 

E' difficile spiegare una 6 ore, sembra una gara mostruosa, spaventosa e terribilmente noiosa ... lo pensavo anche io. Mai sbagliato tanto in vita mia!

 

Non servono troppe parole per ringraziare il Presidente, l'ho già fatto di persona più volte, lo rifaccio qui ricordando solo una cosa che mi ha detto alla partenza " C'ero alla tua prima maratona, ci sono alla tua prima 6 ore e ci sarò alla tua prima 100".

Perchè lui non parla troppo, dà pochi consigli ma soprattutto ti dà la libertà di accettarli o no!

Grazie.

 

                                                                                                                                          Adele

 

                                                    

  THE 100's Spirit

Tutto avrei immaginato tranne che cadere dentro un buco al sessantesimo km e sbattere forte la testa sull'asfalto .... allibita perchè le gambe non mi avevano sostenuto ho massaggiato forte la testa e ho proceduto ancora 4-5 km fino al primo soccorso e farmi dare il ghiaccio secco ... volevano convincermi a terminare lì il mio sogno perchè era potenzialmente pericoloso ... ma la pressione era 80-110 e ho ringraziato Gesù Bambino che da più di una vita mi stava assistendo per questa incredibile impresa ... non ho mai avuto dubbi di mollare, ho fatto un viaggio lunghissimo di 18 ore abbondanti ma io vedevo sempre il paradiso nonostante fossi in quel momento dentro all'inferno ...... e infatti non lo era ... non poteva essere inferno un posto dove la luna piena le stelle e centinaia di lucciole al concerto di grilli ti illuminano la strada e l'aria ti accarezza , le persone ai ristori ti accudiscono con dolcezza dopo essere stati svegli e fermi tutta la notte per Te, gli amici al telefono che hanno sacrificato la loro notte e in ansia più di te ti chiamano per sapere cosa sta succedendo, le persone nei pressi di Faenza che ti guardano come se fossi un sopravvissuto ...in realtà e proprio così .... è una follia condivisa che non si può spiegare. Io ringrazio il nostro immenso e meraviglioso Presidente che mi ha accompagnato in questo lunghissimo viaggio, per lui è stata molto più dura perchè ha combattutto sempre con le veschiche ... non so davvero poverino come abbia fatto ad arrivare in fondo ... e insieme abbiamo fatto gli ultimi 400 metri in volata ... una progressione da lasciare allibiti tutti i presenti ... follia incredibile che ti dimostra come sia la testa che conduce il gioco di questa meravigliosa avventura !
Grazie sono commossa, non sono felice ma scoppio di felicità ed ancora incredula ringrazio tutte le persone che hanno creduto in me e mi hanno sostenuto e tenuto per braccio e per mano accompagnato al traguardo .... amici miei meravigliosi NPL al completo Vi voglio un mondo di bene e non vedo l'ora di stare e correre nuovamente con Voi per tutte le strade e i boschi del mondo.

                                                                                                                           by Cristina Toni

Alta tensione, ansia da prestazione, nervosismo, stupore, esaltazione, tutte sensazioni che si possono provare nei momenti precedenti alla partenza del "Passatore". Sono incredibili quei momenti dove ti rendi conto che tutti cercano di risparmiare energie utili alla corsa e la presenza dei compagni di squadra in quel momento è fondamentale. Firenze trema, in un borboglio di voci basse, i turisti ti guardano increduli quando si rendono conto di quello che stai per fare. Lo start è l'inizio, non della gara, ma di quel viaggio che non sai come, dove e quando finirà. Solo dopo mi sono reso conto che ero tra 2500 partecipanti, ma quel momento, quella partenza, era solo mia, quel attimo è stato talmente forte ed intenso che non sono riuscito a non commuovermi, finalmente, dopo mesi di preparazione il Passatore era cominciato e quell’emozione della partenza è stato presente in me per tutta la durata della gara. “Ora è il mio momento”. Ho corso con la luce del sole ed il caldo, poi con il buio ed il freddo, si, si corre con il freddo ed il buio e non ero abituato, ma la vista si adatta subito alla luce della luna quasi piena e le lucciole nei prati di fianco alla strada si confondono con le stelle, facendomi credere di correre su una strada dove tutto intorno è solo cielo, mai vista una cosa simile. E alla fine arriva l’alba, meravigliosa, ed è l’alba a portarmi fino al traguardo, sofferente, ma felice di aver vinto contro le vesciche, contro il tempo, contro il Passatore, ma soprattutto contro me stesso. “IL PASSATORE 2015”

                                                                                                                   by Dario Breccia