Vetralla Mare Marathon 2015 

Una maratona è sempre un’emozione. Sempre, non conta se quella che stai per affrontare sia la prima o la centesima.
Giovedi 13 Agosto, Vetralla, di fronte a me 42,195 km che mi avrebbero portata fino al mare. Già dalla sera prima mi rendo conto che quella che stò per affrontare sarà una maratona differente dalle altre. Mangio pizza e vado a letto tardi rispetto ai miei calcoli, considerando che la sveglia il giorno dopo sarebbe suonata alle 5. Ma quando una tavolata riunisce persone accumunate dalla stessa passione smettere di parlare è quasi impossibile.
Sono le 6 di mattina, siamo in 12, sulle nostre maglie un bel pettorale rosso; è stata la sorte a scegliere il numero che ognuno di noi indossa, per estrazione è stato associato il numero al maratoneta.
La Vetralla – Mare è una maratona diversa dalle altre. Una maratona che si corre tra amici, persone familiari; rievoca le fatiche di un uomo, il signor Panella, che con il suo carretto e il suo cavallo trasportava botti da Vetralla fino al mare, questo aneddoto ti accompagna per tutto il percorso, capisci quanto sia speciale quello che si stà facendo e ti fa capire quanto tutto sia cambiato.
Le regole sono facili, si corre tutti insieme e ogni 5 km un ricco ristoro itinerante ci aspetterà, li’ ci rifocilliamo e aspettiamo l’ultimo che arriva per poi ripartire tutti uniti. Questa non è una maratona per fare il tuo personal best, ovviamente, ma è un occasione per vedere da vicino come più persone affrontano la distanza regina, è un occasione per correre con atleti che altrimenti vedresti solo sfrecciare davanti a te e magari aspettarti al traguardo già docciati, è un occasione per stare insieme e per una volta correre senza avere fretta.
Già, correre senza fretta, può sembrare un ossimoro ma per me questa è la migliore descrizione di questa maratona. Ho corso al fianco di quasi tutti i partecipanti, e di ognuno di loro ho colto qualcosa, ed è stato piacevole correre guardando il panorama stupendo che ci ha accompagnato mentre si scambiavano battute, senza guardare mai quell’orologio che nell’ultimo periodo era diventato fondamentale per le mie gare e i miei allenamenti.
Il percorso è sicuramente a tratti impegnativo, con saliscendi continui, e una bella salita a metà ( una salita dura ma li’ mi è stato d’aiuto il pensiero dell’uomo e delle sue botti. In quel tratto spesso il cavallo si rifiutava di salire perché il carretto carico pesava troppo. Cosi senza troppe lamentele, da solo, l’uomo scarica metà delle sue botti, le porta in cima e le ricarica sul carretto; insomma mi sono sentita in dovere di affrontare dignitosamente quella salita per rispetto al signor Panella! ). Il tragitto scorre piacevolmente; i ristori arrivano sempre al momento giusto e un bel bicchiere di coca cola e una bella bottiglia d’ acqua versata sulla testa ti fanno quasi dimenticare che la temperatura della giornata è decisamente alta!
Continuo a correre e vengo accolta da un traguardo spettacolare. Si arriva al mare! Neanche il tempo di cambiarsi e siamo tutti e 12 in acqua. Finale migliore non poteva
esserci perché la maratona è cosi, al traguardo, comunque sia andata, ci si sente tutti felici come dei bambini e come dei bambini ci si può tuffare in acqua anche in mutande o tutti vestiti!
Alla fine del mio racconto dovrebbero esserci i ringraziamenti ma so per certo che chi merita di essere ringraziato lo sà! E ringrazio queste persone per avermi accolto in casa loro il giorno prima della gara, per avermi offerto una super colazione, per avermi coccolata lungo il percorso, per aver corso con me mantenendo un passo molto inferiore al loro passo abituale solo per starmi vicino, per avermi raccontato storie e curiosità sul percorso che stavo facendo ( sapevate che Tarquinia, per un bel po’ si è chiamata Corneto ?) e per avermi messo una medaglia piena di significato al collo.
Questa giornata mi ha fatto riscoprire la semplicità della corsa, quella semplicità che ogni tanto và riscoperta e quando l’ansia da cronometro si farà sentire eccessivamente ripenserò a questa maratona dove tutti hanno tagliato il traguardo quasi nello stesso momento e dove lo stress del tempo non ha mai fatto capolino!
Adele

          

 

Una sei ore, non è uno scherzo, a guardarla da fuori mette proprio paura, ti mette a disagio. 


Il pensare di correre continuamente per tutto il tempo su un circuito ti uccide!

 

Un senso di terrore mi ha preso quando, nel mettere la mano fuori dal finestrino del mitico pandino del presidente, ho sentito che l'aria era bollente. Lo start della gara alle 16:00 e la fine alle 22:00 del 25 luglio a Barletta e io sudavo a star ferma.

Una volta arrivati la tensione aumenta, cerco di mascherare la mia paura ( paura vera! ), vado in bagno tre volte in mezz'ora, mangio una banana piena di dubbi ( chissà se faccio bene! e se mi viene mal di pancia!? devo cercare i bagni lungo il circuito SUBITO!), mi cambio, faccio molta attenzione a calzini e scarpe, mi bagno la testa, delle persone mi danno dei consigli quando scoprono che è la mia prima 6 ore, ringrazio e sono allo start.

 

Partenza dall’ingresso del Castello Svevo e anello di circa 1520 metri, da ripetere più volte possibile secondo le proprie possibilità chiaramente entro le sei ore, tempo massimo a disposizione: percorrendolo 28 volte ( grazie Cristian per aver fatto i conti per me! ) si giunge a qualcosa più della canonica distanza della maratona, il mio obiettivo del giorno!

Naturalmente si parte con estrema calma tenendo conto che lo si dovrà fare per sei ore!

Già al secondo giro si sono formati gruppi di non più di 5/6 runners. A parte i primi, che si sono volatilizzati già da subito. Corro i primi giri guardando tutto quello che mi è attorno, si passa dal mare, si gira attorno al castello e si percorre un pezzetto della Barletta antica... SPETTACOLO!

Iniziano i primi doppiaggi, mi doppiano e io doppio! Mi colpisce l’incedere di un atleta dai capelli lunghi, fisico muscoloso e potente che nella mia mente definisco “il Gladiatore”: sarà lui a vincere. Non ha mai alzato la testa, correva deciso senza perdere il passo, mai!

Facce che alla fine conoscevo a memoria, facce che dopo 4 ore di corsa quando mi incontrano fanno il tifo per me e mi dicono che stò andando bene, di non mollare, facce che corrono con me e facce, che pur non correndo faticano quanto me, mi passano bicchieri pieni d'acqua e sali, tagliano angurie e pesche, parlano al microfono per farmi capire che il tempo passa, bambini che per un pò corrono con me e poi sgridati dalle mamme tornano indietro (Ringrazio il bambino biondo che ha corso al mio fianco il 49° km, il km più veloce della gara!).

Continuo a correre, bevo tanto, mangio frutta e sento dalla voce del microfono " Adele con questo giro concludi la distanza della maratona!" penso che da adesso in poi sono tutti km in più, km mai percorsi. Faccio un rapido check-up e capisco di stare bene. Ormai la temperatura è scesa, non fà più cosi caldo e il pensiero dei 50 km inizia a farsi sempre più reale, faccio due conti e capisco di poterlo fare e stranamente accellero!!!

I giri continuano, il Gladiatore continua a correre, il tifo è aumentato, ormai manca pochissimo, mi danno un foglio adesivo con il mio numero di pettorale 141 da attaccare a terra allo scadere del tempo ... ho corso per 5 ore e 41 minuti, un dolore incredibile e improvviso al piede, vescica esplosa, mi dico " e sti c**** ... corri, ormai i 50 km li devi superare!" zoppico un pochino ma poi il dolore passa ...

Primo colpo di cannone, il rumore indica che mancano solo 5 minuti alla fine, al prossimo sparo devo fermarmi e attaccare il foglio a terra! Ultimi metri e poi booooooom! Fine! Attacco il numero e mi sdraio accanto a lui. (a parte la scena romantica di me sdraiata vicino al mio numero di pettorale sotto un cielo stellato, vicino ad un castello questo è stato un gravissimo errore da non ripetere ... alzarsi è stato dolorosissimo!! ). Prendo la mia medaglia, sono prima di categoria! Chiamo Cristian, solo due parole, ma lui capisce quanto sono felice, mi fà i complimenti e mi dice che lo sapeva ero io a non sapere di poterlo fare!.

 

Ho corso 50 km e 827 metri, il mio Polar ne segna 52, ho percorso quel circuito 33 volte. Ho ringraziato le persone al ristoro 33 volte, ho sorriso allo speaker 30 volte ( gli ultimi km non ci sono riuscita! ), ho sentito suonare il mio chip 33 volte ... Ma mai, nemmeno una volta, ho pensato di aver sbagliato ad essere li'!

 

E' difficile spiegare una 6 ore, sembra una gara mostruosa, spaventosa e terribilmente noiosa ... lo pensavo anche io. Mai sbagliato tanto in vita mia!

 

Non servono troppe parole per ringraziare il Presidente, l'ho già fatto di persona più volte, lo rifaccio qui ricordando solo una cosa che mi ha detto alla partenza " C'ero alla tua prima maratona, ci sono alla tua prima 6 ore e ci sarò alla tua prima 100".

Perchè lui non parla troppo, dà pochi consigli ma soprattutto ti dà la libertà di accettarli o no!

Grazie.

 

                                                                                                                                          Adele